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CGIL MOLISE/ Erminia Minielli:”Le nostre risposte alle 10 domande di Infiltrato.it “

di Erminia Minielli – Segretario Regionale Cgil Molise

Le sempre più famose dieci domande poste da Infiltrato.it ai 5 candidati di centrosinistra hanno scatenato un vero e proprio dibattito politico cui stanno partecipando anche forze esterne ai partiti ufficiali. Ieri abbiamo pubblicato le risposte del Movimento 5 Stelle Molise, oggi diamo spazio all’intervento di Erminia Minielli, il segretario regionale della Cgil molisana, che interviene con determinazione e concretezza per dare una ulteriore sferzata alla campagna elettorale per le Primarie, di cui tutto si può dire fuorchè sia scontata e senza colpi di scena.

Erminia Minielli, segretario regionale Cgil Molise

1) Visto il momento storico e socio economico e le prospettive che gli attuali scenari fanno immaginare, anche alla luce dei provvedimenti del Governo su accorpamento di Province e comuni fino a 1.000 abitanti; secondo Voi ha ancora senso tenere in vita la Regione Molise? La macro regione è un pericolo o un’ opportunità?  Cosa pensate dell’eventualità  di una autonomia “alleggerita”,  ovvero di funzioni (esempio politiche produttive, infrastrutture ecc. ) da esercitarsi in ambito di macroregione?

Una questione così richiede un ragionamento articolato e complesso al tempo stesso. In quanto ci sono implicazioni di vario genere,dall’identità , sociale ,culturale, degli Enti, alla mobilità del lavoratori, pertanto non può essere affrontato con la superficialità con la quale si è approcciato alla tematica il Governo Nazionale.

Nel merito sappiamo bene che una regione con 330.000 abitanti in cui il processo di invecchiamento della popolazione sta subendo un incremento , notevole, dove è preponderante il lavoro pubblico e ancora dove il tessuto produttivo, è ridotto una minimi termini, diventa insostenibile mantenere una struttura Regionale cosi strutturata.

Ma non si risolve il problema superando province e comuni, se a monte non si fa una seria politica di riorganizzazione e armonizzazione ,che passa attraverso senz’altro attraverso una semplificazione amministrativa ,ma valorizzando territori, identità  culturali,ma soprattutto la messa  in rete dei servizi.

In relazione alla macro-regione,credo per che sarebbe una grande opportunità per ragionare di sviluppo, dal sistema infrastrutturale ai ,servizi, alla sanità ,alla salvaguardia ambientale.


2) Cosa pensate dell’idea di fare del Molise una “zona franca e di sperimentazione” dove applicare una semplificazione amministrativa spinta, una forte libertà imprenditoriale, una “No Tax Area” ? Potrebbe essere una proposta da porre sul tavolo di un negoziato sul federalismo?

Sulla no tax aerea nutro molte perplessità, anzi la definirei quasi impraticabile. Al contrario credo che si potrebbe sperimentare un modello innovativo di cooperazione, per favorire la specificità della regione, interagendo con i saperi, alleggerendo  in carico fiscale con credito d’imposta o altre forme di incentivazione.

 

3) È  opinione diffusa che non può esserci sviluppo senza ricerca e innovazione; inevitabile parlare allora dell’Università del Molise. Ritenete che l’ateneo molisano abbia fatto tutto il possibile in questa direzione?

Per una Regione l’Università è sempre un valore, e può determinare o quantomeno contribuire allo sviluppo di un territorio. Tutto questo in Molise non è accaduto, abbiamo assistito negli anni alla vita di un Ateneo che ha svolto la sua funzione in parallelo con le attività regionali, pur drenando risorse consistenti al sistema Regionale. Per una comunità ha senso una Università che interagisce, dialoga, lavora in stretta relazione con il territorio ed il tessuto produttivo della stessa, e che consente ai propri saperi di valorizzare e promuovere quel territorio.

 

4) Il centro sinistra non ha mai detto con chiarezza ed univocità come immagina il sistema sanitario regionale, preferendo limitarsi alle critiche (giuste) verso la gestione del centro destra, che ha portato al disastro finanziario e dei servizi. Provando a mettere le mani nelle scelte che dovranno comunque farsi, Vi sembra realistico illudere i molisani che tutti gli ospedali potranno rimanere aperti? Non sarebbe più opportuno dire chiaramente quali sono gli interventi e i tagli da fare?

La questione della sanità in Molise è molto serio. In questi anni è mancata un’appropriata e preventiva analisi dei bisogni sociali e sanitari del territorio.

La gestione clientelare delle risorse,non ha in alcun modo consentito di investire sulla qualità del sistema.

L’eccessiva presenza di strutture sanitarie private accreditate non sempre complementari al sistema pubblico ha complicato ulteriormente il quadro di insieme.

La CGIL condanna l’attuale sistema fallimentare della Sanità regionale e rigetta con forza tutti i tentativi del Governo Regionale di far ricadere i costi di tale politica con un aumento della tassazione dei tiket alle spalle dei cittadini.

Invece bisogna rivendicare con forza la necessità di porre il territoriale i distretti al centro delle politiche sanitarie,attraverso il riordino della rete ospedaliera e la riqualificazione del sistema che preveda l’eliminazione dei doppi primariati e la diffusione del servizio di medicina sul territorio,e qui si potrebbero utilizzare i fondi Fas.

Sarebbe auspicabile la creazione di un sistema integrato di servizi socio-sanitari,con un nuovo ruolo dell’università e di centri di ricerca concepiti come centri integrativi di alta specializzazione rispetto alla sanità pubblica e non con funzioni riconducibili a specificità già esistenti che producono solo competizione al ribasso ed aumento dei costi.

 

5) Ritenete sostenibile l’attuale situazione di  circa 800 dipendenti regionali, un centinaio di dirigenti, senza contare le decine di consulenze e gli enti strumentali e partecipati? Ve la sentite di condividere l’idea di una forte cura dimagrante degli organici regionali, che potrebbero ben gestirsi con non più di 500 dipendenti e massimo 10 dirigenti, introducendo opportune innovazioni tecnologiche nella gestione della stessa?

Credo che prima di parlare di snellimento della pubblica amministrazione bisogna affrontare la riforma della pubblica amministrazione,mettendo in fila le questioni  a partire da compiti e  funzioni. A partire dalla pubblica Amministrazione,è necessario cominciare a riconoscere le competenze le professionalità, la meritocrazia per cominciare a mettere fine al clientelismo, che sono solo forme di offesa alla dignità delle persona, e certamente non rendono efficiente la macchina Pubblica.

 

6) La classe politica regionale protesta contro le recenti scelte del Governo su province e comuni di piccole dimensioni. Ma se le casse dei comuni  sono sempre più esigue e da almeno 20 anni si vede il pericolo dell’estinzione a che serve scandalizzarsi? Non è meglio porsi seriamente il tema degli accorpamenti dei comuni con un sistema premiale a chi lo attua prima e meglio?

Credo che le decisioni del Governo Nazionale,vadano in due sensi , da un lato non bisogna perdere le identità, e dall’altro è necessario favori forme di  coesione e di rete per gestire servizi ed attività che favoriscano sia la qualità che l’efficienza, affinché il cittadino possa avere le risposte di cui necessita.


7) Il  Molise è terra di “carriere senza meriti” e di “meriti senza carriera”, per cui le intelligenze vanno via ed i mediocri trovano “il posto”. Qual è la Vostra ricetta per affermare una stagione della meritocrazia?

Cominciare ad affermare il principio della trasparenza e della legalità. Il ruolo della politica deve essere quello di creare le condizioni, per il lavoro, favorendo le competenze, e non la raccomandazione.

 

8) Tra i patrocinati di questa regione si annoverano diversi imprenditori,  specialisti nell’incamerare i profitti e socializzare le perdite. È troppo liberista, a Vostro giudizio, affermare che gli  imprenditori notoriamente inadeguati devono semplicemente chiudere e dare invece spazio a nuove energie imprenditoriali? Qual è la Vostra opinione sullo Zuccherificio del Molise, sul gruppo Arena-Solagrital, Conservificio del Molise e sulle altre (troppe) aziende partecipate dalla Regione?

L’emergenza di questa regione è il lavoro. L’assenza di programmazione,la mancanza di scelte precise da parte della politica ed  imprenditori, il è più delle volte improvvisati o forse più attenti a fare cassa, invece di investire nella produzione di beni,non ha consentito a   realtà e punti di eccellenza quali il  settore Agro-alimentare , di essere il volano di sviluppo di questa regione.

E in virtù dell’emergenza lavoro,e proprio perchè questi settori paradossalmente possono dare risposte, vanno necessariamente rilanciare ovviamente con  modalità e progetti credibili. Dove il ruolo della politica non è quello di gestire le aziende. Ma quello di creare le condizioni per lo sviluppo.

E le condizioni per lo sviluppo non si creano, se non si parte dalla ricerca, innovazione, infrastrutture, materiali ed immateriali, politica del credito, efficienza della pubblica amministrazione.

 

9) Può ancora dirsi che il Molise è il “cuore verde d’Italia”? Cosa pensate della politica energetica attuata dal centro destra in questi anni? Qual è la Vostra proposta su ambiente, energia, tutela e salvaguardia del territorio? Ritenete utile una legge regionale che obblighi tutti alla raccolta differenziata dei rifiuti?

La questione energetica è di grande rilievo, non solo per la regione Molise, ma livello nazionale. Il Molise deve ripartire  adeguando  il piano energetico del 2006 che risulta essere molto carente e privo di efficacia.

Per  la gestione dei rifiuti, va fatta un’attenta politica, a partire dalla differenziata con un’attenta pianificazione e anche relativamente allo smaltimento, perché di ciò che accade in Molise  poco ne sappiamo, soprattutto rispetto all’utilizzo che ne viene fatto di certe aree del nostro territorio.

Una prospettiva di sviluppo vero del Molise non può passare , se  non per la valorizzazione delle risorse naturali e per uno sviluppo sostenibile che sia rispettoso dell’ambiente, del suo patrimonio culturale ed archeologico. E non si può far finta o rinnegare quanto affermiamo,e abbiamo riconfermato anche  con l’ultimo referendum , dove con giusta ragione abbiamo detto no al nucleare, che il futuro deve essere   la produzione di energie rinnovabili. Ovviamente nel rispetto delle norme e nel rispetto dell’ambiente.


10) Tra annessi e connessi un consigliere regionale incassa mensilmente non meno di 11.000 – 12.000 euro.  Qual è il compenso giusto a Vostro parere? Vi impegnate formalmente a sostenere una riduzione dei costi della politica, senza rifugiarsi in concetti fumosi e giri di parole? O è un tema troppo qualunquista?

Austerità e rigore a partire dai costi della politica. Questo sarebbe un segnale forte , perché la  politica va vissuta come missione e per occuparsi veramente dell’altro.

A mio avviso bisogna partire riducendo il numero consiglieri e assessori regionali,ridurre i privilegi,e riparametrare il compenso del consigliere a quello di un lavoratore dipendente!