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ANTONIO FEDERICO/ “Il Movimento 5 Stelle Molise e la rivoluzione dal basso: siamo pronti!”

di Andrea Succi

Finalmente, verrebbe da dire. Una ventata d’aria fresca, ghiacciata, sul camino caldo e teporoso della politica molisana. Anche in Molise si può parlare di Movimento 5 Stelle come una solida realtà, che si presenta alle elezioni regionali del 16 e 17 ottobre con una lista civica guidata da Antonio Federico, candidato Presidente. Che non è tipo da mandarle a dire e rivela che “la regione Molise piuttosto che puntare sulla raccolta differenziata, sta programmando il recupero energetico dai rifiuti, ovvero l’incenerimento.” Dopo quello di Pozzilli, i molisani devono aspettarsi un altro “termovalorizzatore”? “Bisogna raccontare le cose per quelle che sono”, attacca Federico, “i cittadini devono prendere coscienza di una regione che sta andando a scatafascio.”

Un gruppo su Facebook in crescita costante, quasi mille membri, un sito dove il programma viene scritto e condiviso in maniera collettiva. “È la democrazia, bellezza!”. Come in Islanda, dove – ricorda Antonio Federico – “due anni fa la nuova Costituzione è stata scritta su Facebook”. Trasparenza, condivisione e coscienza delle problematiche territoriali. Un pronostico? Molto probabilmente saranno loro la vera sorpresa delle Regionali molisane 2011.

 

Quando e come è nata l’idea? Cioè proprio l’aneddoto della nascita del movimento?

(ride) Il la è partito da Vasto, nel maggio scorso, quando in 3-4 abbiamo visto Beppe Grillo che presentava la lista civica “Vasto a 5 Stelle” e ci siamo detti:”Se lo fanno loro perché non lo facciamo anche noi.”

 

Senza nessuna retorica, perché vi siete candidati?

Perché abbiamo sentito l’esigenza di essere presenti, di partecipare. Qualunque tipo di contenitore attualmente presente sul territorio molisano non riusciva a rappresentarci e di conseguenza si è creata questa lista civica utilizzando la piattaforma di Beppe, che ci ha permesso di collaborare con persone a livello nazionale e di contattare persone a livello locale.

Non pensi sia utopistico cambiare il sistema con un movimento piccolo come il vostro? C’è chi pensa che per cambiarlo bisogna stare dentro i partiti e cambiare i partiti.

Per cambiare bisogna innanzitutto entrare nelle istituzioni, non nei partiti, perché i partiti hanno una serie di regole, delle gerarchie, degli interessi in cui non riusciamo più a riconoscerci e che vanno al di là di quelle che sono le linee programmatiche da discutere. C’è necessità per i cittadini di entrare nelle istituzioni. La nostra rivoluzione è legata a quel concetto di democrazia diretta che ha permesso ai cittadini dell’Islanda, due anni fa, di creare una nuova Costituzione su Facebook, per capirci.

Grillo ha ricevuto parecchie critiche per alcuni suoi modi di fare, per i rapporti con la casaleggio, per gli attacchi a De Magistris, perché non dice nulla sull’Italia dei valori e su eventuali nepotismi in atto. Che pensi di questo?

Beppe ci ha dato la possibilità di avere quella piattaforma e quindi è questo il senso di Beppe rispetto al nostro movimento. Quelle che sono le sue posizioni sono posizioni legittime, ma restano sue posizioni. La Casaleggio è la società che gestisce il sito e l’immagine di Grillo e che però non mette nessun cappello. Per quanto riguarda l’Italia dei Valori, Grillo ha preso le distanze da Di Pietro già parecchio tempo fa. Mentre con De Magistris, Beppe aveva puntato su di lui perché facesse una cosa, il consigliere europeo, e alla fine l’attuale sindaco di Napoli si è trovato a stare più nei salotti televisivi che in Europa. E questo non andava bene. Ma si tratta di questioni di Beppe non cose nostre.

Come valuti l’esperienza del Movimento a Napoli, Bologna e soprattutto a Milano, dove Calise si è candidato sindaco ma da qualche tempo è scomparso di scena?

Ti ripeto, quello che accade negli altri territori non lo so. Ci sono posti dove il Movimento funziona meravigliosamente perché ci sono le persone che hanno lavorato intorno al Movimento, mi viene in mente l’Emilia-Romagna, il Piemonte o la Campania. Pensa che a Napoli c’è il Meet Up più grande d’Italia, 5.000 iscritti che lavorano sul territorio. Su Milano, invece, la scelta di Calise è stata forte, di rottura: come diceva Grillo, il ragazzo ha venti anni e non sa leggere un bilancio, ma non sa nemmeno truccarlo.

Qui in Molise abbiamo un inceneritore, una centrale turbogas, raccolta differenziata quasi a zero tranne rare eccezioni, lobby politico mafiose che controllano in maniera feudale il territorio, massoni deviati inseriti nei gangli del sistema e potrei continuare per un bel po’. Come pensate di affrontare queste problematiche?

Innanzitutto portando queste informazioni a conoscenza dei cittadini, che devono sapere che c’è un inceneritore a Pozzilli, che prima faceva una cosa e poi è stato riconvertito. Se si parla di raccolta differenziata, non si può affidare la realizzazione del Piano di Gestione dei rifiuti regionale alla seconda Università di Napoli, la stessa che ha fatto il piano emergenza per la Campania mettendo al primo posto il recupero energetico dai rifiuti, ovvero l’incenerimento. Bisogna raccontare le cose per quelle che sono, spiegando il senso e i pericoli di certe scelte, prima ancora di dire no. I cittadini devono avere coscienza rispetto al bene comune che deve essere tutelato dalle istituzioni.

Diverse voci vi vorrebbero al fianco di frattura nella tornata elettorale del 16/17 ottobre. Confermi o smentisci?

Smentisco categoricamente. Corriamo da soli, io sono candidato Presidente e non abbiamo fatto apparentamenti con nessuno. Se dobbiamo fare degli accordi li facciamo con i cittadini.

Se non vi alleate con Frattura, significa che scegliete Michele Iorio?

(risata grassa) Non ci alleiamo né con l’uno, né con l’altro. Ripeto, ci alleiamo con i cittadini, che sono gli unici che ci possono venire a rendere conto di quanto facciamo e faremo.

In poche battute, perché votare il movimento?

Un voto al movimento è un voto ai cittadini, un voto a ogni singola persona. La democrazia in Italia sembra finire nel momento della x sulla scheda elettorale. Noi vogliamo andare oltre quella x, vogliamo che il cittadino elettore si responsabilizzi, prenda coscienza di quella scelta e si impegni a dedicare tempo e passione per la nostra regione che sta andando a scatafascio.

3 punti del programma che, se verrai eletto, sicuramente saranno al primo posto nell’agenda?

Riduzione dei costi della pubblica amministrazione, realizzazione di un piano energetico regionale e di un piano di raccolta di rifiuti con gestione dei rifiuti zero, chiudendo nel giro di quindici anni le discariche e gli inceneritori presenti in regione. E poi la gestione del territorio, con la rivalorizzazione degli aspetti rurali della nostra regione, a partire dall’agricoltura vista in maniera differente, puntando non sulla massimizzazione della quantità ma sulla qualità, quindi la filiera corta.

Sinceramente, l’obiettivo realistico che vi ponete qual è?

Inserire i cittadini all’interno delle istituzioni.

Un aforisma che vi rappresenta.

Ognuno vale uno.