Pippo Civati, il rottamatore è indagato per peculato. Ma lui si difende: “Sono innocente.”
In vista del nuovo corso del Pd si profila un dualismo tra rottama tori: Matteo Renzo vs Pippo Civati. Entrambi under 40 hanno rappresentato quella voglia di rinnovamento per un Pd ormai mummificato. Di Matteo Renzi abbiamo già scritto tante volte. Ma cosa rappresenta Civati? Per i più la trasparenza e la non voglia di inciucio. Eppure risulta in corso un’inchiesta per peculato nell’ambito dei rimborsi della Regione Lombardia. E, ciliegina sulla torta, viene a galla la sua alleanza politica con il rinviato a giudizio Antonio Decaro, coinvolto nell’inchiesta sulla malasanità pugliese. E il rottamatore Civati rischia già di essere…rottamato.
I nuovi scenari del Partito Democratico, in vista del congresso che porterà all’elezione del nuovo segretario dopo le dimissioni di Pierluigi Bersani, ci portano davanti a un dualismo di marca giovanile che sta per Matteo Renzi contro Giuseppe Civati. Del primo abbiamo già parlato in varie occasioni. Del secondo ci occuperemo adesso cominciando col dire che, al pari del sindaco di Firenze, è un under 40 e ha cominciato la sua carriera politica come amministratore locale. Prima come consigliere a Monza e poi dal 2005 al 2013 come esponente del Pirellone in quota Pd.
IL SUO PASSATO DA ROTTAMATORE E IL SUO DISTACCO DA MATTEO RENZI
Prima di ufficializzare la sua candidatura a segretario del partito democratico, cosa alla quale Renzi non sembra ambire (almeno stando alle sue dichiarazioni recenti) Peppe Civati ha avuto un passato non solo da amministratore ma anche da politico.
Infatti tra il 5 e il 7 novembre 2010 ha partecipato come promotore proprio insieme a Matteo Renzi, al presidente del Consiglio dell’Emilia Romagna Matteo Richetti e al deputato regionale siciliano Davide Faraone, al congresso/raduno “Prossima fermata Italia” che si svolse presso la Stazione Leopolda di Firenze. Una riunione che all’epoca venne definita come “il raduno dei rottamatori”.
Solo successivamente per dissidi interni ha preso le distanze dal sindaco di Firenze. Per Renzi infatti il compromesso con le forze centriste è necessario per il governo del Paese mentre Pippo Civati è della corrente “no all’inciucio” . Non è tutto perché il 22 e 23 ottobre 2011, insieme al neogovernatore del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha organizzato a Bologna l’iniziativa “Il nostro tempo”. Nel marzo 2012 il suo movimento “Prossima Italia” ha annunciato l’intenzione di esprimere una sua candidatura e una mozione collegata al congresso del Pd previsto nella seconda metà del 2013 ma che a questo punto verrà anticipato.
IL CIVATI INDAGATO NELLA QUESTIONE RIMBORSI REGIONALI LOMBARDIA: TREMILA EURO SPESI PER VIAGGI E TAXI
Peppe Civati ai più appare come un personaggio politico inattaccabile. Una sorta di Goldrake della politica italiana che combatte “contro i mostri lanciati da Vega” inteso come il sistema marcio che ci circonda.
Andando invece a spulciare meglio un qualcosa di irrisolto spunta anche su di lui. E non si tratta di bazzecole. Secondo la procura di Milano infatti sarebbe uno dei consiglieri regionali della Lombardia che avrebbe utilizzato fondi del Pirellone per i suoi scopi personali.
In particolare la notizia di reato che lo riguarda è riferita al peculato: tra le accuse nei suoi confronti l’utilizzo di 3145 euro per l’acquisto di biglietti aerei, treni e francobolli. Una tegola giudiziaria che risale alla fine di gennaio e che resta, per ora, soltanto a livello di un avviso di garanzia. Non gli è stato ancora notificato alcun provvedimento di chiusura indagine quindi il caso è tutt’altro che chiuso.
“Sono fiducioso nel lavoro dei magistrati – ha dichiarato dal suo blog – ho sempre rendicontato voce per voce tutte le mie spese che non riguardano pranzi, cene, aperitivi o acquisti per me o per altri, ma solo trasferimenti in qualità di consigliere regionale”.
LA DIFESA DI CIVATI: SONO INNOCENTE, HO SEMPRE RENDICONTATO TUTTO
E’ tutto scritto nel suo blog: si tratta di una difesa d’ufficio dove conferma le parole pubblicate sopra. Si tratta di autocertificazioni che vanno dal 2008 ad oggi e che riguardano le ultime due legislature del Consiglio Regionale della Lombardia.
“Sulla mia nota – ha sostenuto Civati – ci sono spese di trasferimento pari a poco più di duemila euro in cinque anni collegate a trasferte fuori regione (l’85%) e passaggi taxi in città a Milano (il 15%) pari a una cifra che, nel suo complesso, si attesta intorno all’euro al giorno”.
Questi invece i viaggi totali certificati: nel 2010 ha visitato 99 località, nel 2011 129 e nel 2012 102.
“Soltanto in Lombardia – ha continuato – nel dettaglio sono state 81 i posti frequentati negli ultimi tre anni nella mia attività politica, per cui ovviamente nessuna spesa è stata imputata al gruppo. Per quanto riguarda le spese di comunicazione, per i convegni e per la rendicontazione dell’attività istituzionale (spese sostenute direttamente dal gruppo, ma a me riconducibili), si tratta di una cifra di circa cinquemila euro all’anno (che sarà il gruppo a dettagliare)”.
Il deputato ex consigliere regionale ha anche sostenuto di aver guadagnato circa 9mila euro al mese come esponente del Pirellone ma che ogni mese ha destinato 2mila euro al partito. Una specie di novello pentastellato che proprio con quelli del Movimento Cinque Stelle ambisce a trovare un’intesa.
“Nell’ultimo anno (2012) – ha concluso – ho speso (di tasca mia) per promuovere le iniziative politiche che conoscete, di carattere regionale e nazionale, circa quarantamila euro (senza considerare i viaggi sopra citati)”.
CIVATI E LA STRANA ALLEANZA CON ANTONIO DECARO DA BARI
La notizia l’ha lanciata Il Fatto Quotidiano. Pippo Civati in transatlantico lo si vede spesso con Antonio Decaro consigliere regionale della Puglia, coinvolto nella maxi inchiesta sulla malasanità, quella con 41 indagati e al centro di una polemica tutta locale secondo la quale la Regione si è costituita parte civile contro tutti e non contro di lui.
Si ritrovano spesso a cena, alle riunioni e hanno persino preso in affitto un appartamento a Roma insieme.
Chi è Antonio Decaro? Innanzitutto è stato rinviato a giudizio nello scandalo sanità in Puglia del 2010. Il suo nome è compreso in quello di 41 politici che a vario titolo rispondono di associazione per delinquere; altri reati contestati sono concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
L’accusa per lui è quella di aver tentato di raccomandare suo cugino, Sabino Annoscia, all’Arpa. Nonostante la sua spinta infatti il parente non ha ottenuto l’incarico a causa di un curriculum giudicato insufficiente. Questo però non è bastato per far defilare la sua posizione davanti al gup di Bari.
Il suo cammino politico però nasce alle spalle di Alberto Tedesco, quell’ex parlamentare finito agli arresti domiciliari il 15 marzo scorso allo scadere della sua immunità. Antonio Decaro diventa assessore comunale ai Trasporti a Bari imposto dallo stesso Tedesco al sindaco Emiliano.
Ora che il declino del suo padre politico è diventato realtà Decaro lo ha lasciato al suo destino stilando un patto di ferro con Peppe Civati sostenendo l’accordo anticasta coi grillini. La rete di Tedesco però resta al suo servizio e si tratta di imprenditori, un direttore generale di azienda sanitaria, membri di cda municipalizzate.
Un’alleanza che viene vista di buon occhio anche da Nichi Vendola, dicono i beneinformati. Però a Civati quanto farà bene? Non lo possiamo sapere ora ma certamente quella Puglia che vuole rinnovamento vero la guarderà con il fumo negli occhi.