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Lega Nord, skinheads, xenofobia e razzismo nel Rapporto del Roth Institute

Xenofobia e razzismo in Italia: analisi dell’ultimo Rapporto del Roth Institute di Tel Aviv. Dalle case editrici antisemite a Lega Nord e skinheads.

Le leggi razziali emanate dal regime fascista sono ormai un triste ricordo del passato. Settanta lunghi anni ci separano da quell’infamia, lustro più lustro meno. Il pregiudizio antiebraico, però, sembra resistere all’usura del tempo. La società italiana del ventunesimo secolo non è immune da razzismo e xenofobia.

 

È quanto si evince dall’ultimo Rapporto del Roth Institute di Tel Aviv che inquadra il fenomeno per il 2008 e l’inizio del 2009. Lo scenario delineato è quello di un Paese – il nostro – in cui si registra un leggero incremento dei cosiddetti “incidenti antisemiti” passati dai 53 del 2007 ai 69 del 2008. L’attività di razzismo e xenofobia comprende generalmente atti di vandalismo, graffiti offensivi e emails ingiuriose indirizzate a istituzioni e personalità del mondo ebraico. Il database aggiornato di tutti gli “incidenti antisemiti” si trova su www.osservatorioantisemitismo.it un sito che fa riferimento al Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano.

Storici e politologi dividono l’antisemitismo in tre categorie: “classico”, nuovo e assoluto, vale a di-e antisemitismo religioso, antisemitismo politico nella forma di antisionismo e antisemitismo genetico retaggio del mito insano della razza e del sangue. Le radici dell’antisemitismo vengono ricondotte al radicalismo xenofobo dell’estrema destra, all’antisionismo dell’estrema sinistra e al fondamentalismo religioso, cattolico o islamico. Le tre componenti del sentimento antiebraico non sono sempre scindibili l’una dall’altra ma certamente non differiscono molto nei loro esiti pratici.

Un’ideologia omicida come l’antisemitismo non può che generare comportamenti devianti vicini a quelli della criminalità. Sicché nel nostro Paese può ancora accadere che un quattordicenne sia sottoposto a un “assalto psichico” sul treno Genova-Savona con minacce del tipo “Sporco Ebreo” “Questo è il treno che va ad Auschwitz”, o che un anziano rabbino sia insultato pubblicamente su un tram di Miano, o che a Scandiano (Reggio Emilia) venga profanato il locale cimitero ebraico, o che a Mestre estremisti di sinistra irrompano nella sede della Compagnia di navigazione israeliana Zim Line imbrattandone gli uffici con graffiti antisionisti scritti con vernice rossa e segnati con la falce e il martello.

I fantasmi del passato legati a razzismo e xenofobia hanno trovato in Italia un ottimo domicilio: riottosità del popolino, ignoranza dilagante, cialtroneria culturale, insomma il terreno fertile per la stupidità umana. Un Italiano su tre considera gli Ebrei un popolo sgradevole, mentre un Italiano su quattro non li considera dei veri Italiani. Stereotipi propagandistici che vedono le democrazie occidentali minacciate da non precisati complotti giudaici e da lobby sioniste manipolatrici dei media e della finanza mondiale fanno capo-lino nella mente di politicanti e giornalisti alimentando vecchi pregiudizi e antiche ottusità culturali.

In Italia può ancora accadere che piccole case editrici come la Effepi di Genova, la Effedieffe di Viterbo o le Edizioni AR fondate nel 1963 dal neonazista Franco Freda pubblichino opere antie-braiche. In Italia è ancora possibile dare credito ai protocolli dei savi di Sion, in Italia è ancora pos-sibile negare l’Olocausto! Miracoli dell’articolo 21 della nostra Costituzione che conferisce a tutti la libertà espressione anche ai pennaioli.

Tra i banditori dell’antisemitismo il Roth Institute segnala alcune vecchie conoscenze dei nostri servizi di sicurezza come i gruppi ultrà e i movimenti skinheads. Complessivamente si contano in Italia 65 organizzazioni ultrà che ruotano attorno agli eventi sportivi del calcio professionistico. Gli aderenti complessivi oscillerebbero dai 15.000 ai 20.000. Si tratta di gruppi quasi militarizzati in grado di mettere a ferro e fuoco gli impianti sportivi e di organizzare in breve tempo efficacissime azioni di guerriglia urbana.

L’attività degli skinheads, però, non è sempre legata a quella degli ultrà sebbene il loro antisemitismo si manifesti talvolta negli slogans cantati alle partite di calcio. Il nord-est spicca decisamente per la più alta densità di skinheads militanti legati all’associazione Veneto Fronte Skinheads. Fondamento ideologico dei movimenti skinheads è il razzismo di stampo hitleriano. L’avversione profonda nei confronti degli immigrati e dei meridionali, il culto della violenza, l’antisemitismo e il negazionismo storico connotano perfettamente la struttura ideologica di queste organizzazioni.

Tra il maggio e il settembre del 2008 piccoli gruppi skinheads sono stati sciolti dai Tribunali della Repubblica e i loro promotori condannati per incitamento all’odio razziale in base alle disposizioni contenute nella Legge Mancino.

Tra i partiti politici, gruppi e associazioni culturali di estrema destra che mescolano insieme xenofobia,  razzismo, populismo e una buona dose di fondamentalismo cattolico il Roth Institute pone in testa la Lega Nord – per la cronaca uno dei partiti di governo – seguita da Forza Nuova, Movimento Sociale-Fiamma Tricolore, Veneto Fronte Skinheads e gli squatters neofascisti legati a Casa Pound. Sul fronte opposto, l’antisionismo dell’estrema sinistra coabita perfettamente con l’antiamericanismo, il filo-arabismo e il terzomondismo. I partiti neocomunisti accreditano presso l’opinione pubblica un’immagine decisamente manichea del conflitto israelo-palestinese accostando con molta leggerezza l’Olocausto alla politica militare israeliana.

La propaganda filo-palestinese dell’estrema sinistra appare legata sempre più a stereotipi e parole d’ordine proprie dell’islamismo politico che vedono nello Stato ebraico un regime violento e segregazionista. Tale approccio alla questione pa-lestinese rappresenta senza dubbio un facile innesco per l’antisemitismo.

Quanto all’antisemitismo religioso il Roth Institute punta l’indice contro la piccola associazione fondamentalista romana nota col nome di Militia Christi e contro i Circoli Lefebvriani. Molto riluttanti ad accettare le innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II, i fondamentalisti cattolici si presentano come i difensori dell’ortodossia apostolico-romana e di un tradizionalismo religioso che sembra avvicinarsi più al gretto esclusivismo che alla purezza originaria della fede.

Nel 2007 il ritorno di Papa Benedetto XVI su posizioni preconciliari con la restaurazione del messale tridenti-no e dell’Oremus pro judaeis (un’invocazione per la conversione degli Ebrei) ha suscitato l’opposi-zione delle comunità israelitiche e di settori consistenti dello stesso mondo cattolico che hanno portato alla successiva revisione dell’antica preghiera in latino. Sul versante islamico la posizione dell’UCOII resta saldamente ancorata a quella della Federazione delle Organizzazioni Islamiche d’Europa cinghia di trasmissione della Fratellanza Musulmana nel Vecchio Continente.

Non è intenzione di chi scrive entrare nel merito della teologia islamica, dell’antitesi Ismaele-Isacco, del testamento di Abramo e della sua sepoltura, fonte perenne di interminabili dispute. La teologia, si sa, è una questione sensibile che deve essere affrontata con molta discrezione. Semplicemente il radicalismo dell’UCOII trae costante alimento dalla questione palestinese oltre che dall’ideologia religiosa dei Fratelli Musulmani.

L’idea di fondo è sempre la stessa, monotona e ripetitiva, e cioè che in Palestina si consuma un olocausto silenzioso, che Israele non ha diritto d’esistere, che Israele è uno Stato criminale. Che il conflitto israelo-palestinese costituisca oggi il principale catalizzatore del nuovo antisemi-tismo è dimostrato dagli atti di intimidazione e violenza messi in campo in Italia in seguito all’ope-razione militare denominata “piombo fuso” (27 dicembre 2008-18 gennaio 2009) condotta dall’e-sercito ebraico contro le basi di Hamas nella Striscia di Gaza.

Tra il 3 e il 20 gennaio si sono verifi-cati quindici “incidenti antisemiti”alcuni dei quali particolarmente gravi come il ritrovamento di un rudimentale ordigno esplosivo nei pressi della sinagoga di Firenze. Tutta la vicenda è stata portata il 21 gennaio all’attenzione del Governo mediante un’interrogazione parlamentare degli Onorevoli Nirestein, Calderisi, Della Vedova, Pianetta, Bernini Bovicelli e Bocchino.

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