Nel Paese reale: le rette d’oro degli asili nido e il caso del Tribunale di Firenze
Se per vivere bisogna lavorare, spesso – pur lavorando entrambi i coniugi – si riesce a malapena a sopravvivere. Questa è la dura realtà del Paese, che si scontra con un dato di fatto inequivocabile: l’alto costo delle rette degli asili nido, in cui i genitori (parliamo dei tanti che non possono trovare soluzioni) sono costretti a mandare i propri figli. In media, infatti, il prezzo della retta si aggira sui 300 euro. Nel caso del Tribunale di Firenze, all’interno del quale il Ministero della Giustizia ha deciso di avviare un nido, si raggiungono cifre molto più alte. A danno dei dipendenti stessi, che ne dovrebbero usufruire…
di Viviana Pizzi
Vivere e usufruire dei servizi necessari alle famiglie in una grande città sta diventando quasi impossibile. Quello che accadrà però ai dipendenti del Tribunale di Firenze, che avviene però già a tutti quelli che vivono nel capoluogo toscano è al limite della vivibilità economica.
TRIBUNALE DI FIRENZE: ARRIVA L’ASILO NIDO NEL PALAZZO DI GIUSTIZIA
Il bando di gara è stato pubblicato qualche giorno fa sul sito del Ministero della Giustizia. Si tratta della concessione dell’appalto per la realizzazione di un asilo nido per i figli dei dipendenti del Tribunale di Firenze. Non certo sarà destinato solo ai bambini di giudici e avvocati ma anche alla discendenza di chi nel palazzo di giustizia svolge le mansioni più disparate.
Il bando è a procedura aperta e i concorrenti dovranno far pervenire un plico sigillato entro le 12 di martedì 25 giugno alla sede del Tribunale di Sorveglianza.
L’asilo deve essere fornito di un nido d’infanzia aziendale e di servizi integrativi e dovrà avere la sua sede all’interno del Palazzo di Giustizia.
Chi si aggiudicherà l’appalto avrà un contributo dal Ministero e dalla Corte d’Appello di Firenza pari a 144 mila euro di quali 19mila saranno destinati alle operazioni di preparazione ed avvio delle attività e altri 125mila come contributo a consuntivo della gestione della struttura nel primo biennio del suo funzionamento.
Il denaro andrà suddiviso in base ai costi sostenuti suddivisi per tipologia di spesa ripartita tra il nido e i servizi integrativi, contabilità delle rette di frequenza suddivisa tra incassi ed eventuali situazioni di ritardi nei pagamenti e numero ed elenco dei bambini iscritti suddivisi per categorie aventi diritto.
RETTA DI FREQUENZA: TRA 357 E 500 EURO AL MESE, COSTO ELEVATO PER I SEMPLICI DIPENDENTI
Secondo il bando la retta di frequenza al nido dovrà essere pari a quella offerta in sede di gara e dovrà coprire il costo del servizio e l’ordinario utile d’impresa.
Tuttavia il Ministero della Giustizia ha suggerito dei parametri che sono poi quelli del Comune di Firenze. Se l’orario di uscita dei bambini dal servizio è tra le 13.30 e le 14.30 è di 357 euro, se poi si arriva alle 15.30 si sale a 388 euro, alle 16.30 l’incremento è di 463 euro fino ad arrivare a giornata completa fino alle 17.30 al prezzo di 500 euro.
L’apertura delle buste avverrà il 27 giugno a Firenze dove sarà valutata l’offerta conveniente. Solo allora si saprà con certezza quale sarà la retta che le famiglie dovranno sostenere per fare in modo che il proprio bambino venga ammesso all’asilo nido del Tribunale.
Una riflessione però la possiamo fare già in base alle tabelle del Comune di Firenze. Sarà possibile per una famiglia monoreddito di un dipendente del Ministero della Giustizia sostenere un costo simile?
UN DIPENDENTE DELLA FASCIA B2 ARRIVA A GUADAGNARE 1.700 EURO AL MESE CON DUE FIGLI AL NIDO È SOPRAVVIVENZA
Non tutti i dipendenti del Ministero di Giustizia sono magistrati e avvocati che arrivano a guadagnare stipendi tali da potersi permettere di far frequentare ai propri figli l’asilo nido fino alle 17.30.
Ci sono anche i semplici dipendenti, inquadrati nella categoria contrattuale B2, che a stento riuscirebbero ad arrivare a fine mese. Il loro stipendio è di 1.718 euro al mese. Anche se la lettera alla quale facciamo riferimento non è di Firenze possiamo dire che il contratto del Ministero della Giustizia è su base nazionale e quindi un lavoratore della città toscana guadagna quanto un lavoratore di Catania. La donna a cui facciamo riferimento è una romana e ha 32 anni di servizio. Da qui si presume che chi lavora da meno tempo riesca ad ottenere anche una paga di gran lunga più bassa.
Ora se con una paga di 1700 euro bisogna sistemare due figli all’asilo nido fino alle 17.30 a Firenze bisogna mettere in conto circa mille euro da spendere. Di certo sul secondo figlio frequentante la ditta che si vedrà l’appalto aggiudicato proporrà qualche sconto. Allora pensando che sia del 50% avere due bambini dai 0 ai 3 anni costa ad una famiglia monoreddito dipendente del Ministero della Giustizia circa 750 euro al mese.
Consideriamo che la famiglia non abbia una casa di proprietà. Come in una specie di monopoli virtuale. Per un bilocale in zona centrale con un ingresso, cucina abitabile, camera matrimoniale e bagno si spendono 600 euro al mese ed è anche uno dei prezzi più economici. Dello stipendio di 1.700 euro resta già molto poco. E se poi va considerata la spesa di biberon, pannolini, pappine, fasciatoi, culle e visite mediche già un solo stipendio da 0.1700 euro non basta e occorre che anche l’altro coniuge lavori.
Da questo si desume che la tabella proposta dal Comune di Firenze per le rette di frequenza è davvero altissima se non insostenibile. E tutto questo avviene quando il sindaco Matteo Renzi spende 60 milioni di euro di denaro pubblico per cene, viaggi e prebende varie.
Una Firenze dal doppio volto – da una parte lo spreco testimoniato dall’altro le rette altissime per gli asili nido – che in fondo rispecchia gli umori e l’andamento del Paese in cui la politica è troppo distante dalla solida realtà quotidiana che l’italiano è costretto a vivere giorno per giorno.
Se le riforme non servono a migliorare la vita dei cittadini vorrà dire che serviranno a qualcun altro. Altrimenti che si faccia presto e si inizi a lavorare sul Paese reale. Fatto anche di pannolini e asili nido. Per costruire un futuro che non puzzi di merda.