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Gli stipendi d’oro della Camera? Spreco senza fine: 136mila euro per l’elettricista

Nonostante gli annunci della Presidente Boldrini, che annuncia tagli per 138 milioni di euro, i costi per mantenere Palazzo Madama ammontano ancora a 1 miliardo di euro. Com’è possibile una spesa tanto spropositata? Per farsi un’idea basta guardare agli stipendi d’oro di commessi ed elettricisti: 400mila euro i primi, 130mila euro i secondi. Per non parlare di tutti gli altri.

 

Nei giorni scorsi l’Ufficio di Presidenza della Camera ha approvato il conto consuntivo del 2013 e la nota di variazione al bilancio di previsione del 2014 e a quello pluriennale 2014 – 2016, dai quali si evidenzia una diminuzione delle spese per un totale di circa 138 milioni di euro.

Se da un lato possiamo parlare sicuramente di un passo avanti verso l’attacco alla Casta dei Deputati, dall’altro non si può non sottolineare come – al di là degli annunci della Boldrini – Palazzo Madama abbia ancora un costo totale di 1 miliardo di euro.

Uno sproposito dovuto, in particolare, alla pioggia di stipendi d’oro che ricade su dirigenti, assistenti, tecnici, segretari e personale vario che opera alla Camera, come evidenziato dall’analisi del bilancio 2013 realizzata dal Corriere della Sera.

Per capirci: “il vertice di Montecitorio, il segretario generale che ha stipendio e responsabilità analoghe a quelle dell’amministratore delegato di una grande azienda, entra con uno stipendio di poco superiore ai 400 mila euro lordi l’anno, ai quali si aggiunge l’indennità di funzione.

Gli operatori tecnici – categoria nella quale rientrano i centralinisti, gli elettricisti e pure il barbiere di Montecitorio – vengono assunti con uno stipendio che supera di poco i 30 mila euro lordi l’anno. Ma già dopo 10 anni la loro busta paga è quasi raddoppiata, superando quota 50 mila, e a fine carriera può arrivare a 136 mila euro l’anno. Tradotto: un elettricista, un centralinista e un barbiere della Camera, anche se a fine carriera, messi insieme guadagnano quanto il segretario generale, che è pur sempre a capo di 1.500 persone.

Ma l’elenco di sprechi e stipendi d’oro non si ferma certo qui.

Gli oltre 400 assistenti parlamentari, cioè i commessi di Montecitorio”, denuncia ancora il Corriere, “guadagnano in media come il direttore di una filiale di banca, eppure in generale non svolgono compiti molto diversi dagli uscieri di altri simili uffici pubblici. Inoltre, sono numerosissimi: 0,7 per ogni deputato, dopo il taglio voluto dall’attuale segretario generale, mentre dieci anni fa il rapporto era addirittura 1 a 1.

La busta paga degli oltre 170 «consiglieri parlamentari» ha in media lo stesso peso di quella di un primario ospedaliero, ma a fine carriera supera i 350 mila euro l’anno. Mentre il primario ha la responsabilità di un reparto, i consiglieri si limitano a svolgere attività di studio e ricerca, o di assistenza giuridico legale e amministrativa.”

Siamo di fronte a una barbarie di soldi pubblici regalati, gettati al vento, sbattuti in faccia ai disoccupati, a quanti non riescono ad arrivare a fine mese, a quei piccoli imprenditori tartassati per permettere ad un commesso della Camera di portare a casa 400mila euro al mese.

Una vergogna a cui la Presidente Boldrini è chiamata a porre rimedio con la massima urgenza.