Il settimanale tedesco Die Zeit ha sparato il titolone su chi sarà, secondo le loro fonti, il prossimo capo di Stato italiano. Il nome è di quelli da far accapponare la pelle ma c’è qualcuno pronto a giurare che, in realtà, è Angela Merkel a tirare le fila di questo gioco delle parti. Perché il vero obiettivo è sempre e solo uno: la Banca Centrale Europea, vera ossessione della Cancelliera. Ed ecco che l’Italia rientra nello scacchiere delle grandi manovre: come pedina, sia chiaro, non certo come attore protagonista.
Il settimanale tedesco Die Zeit sembra bene informato sulle faccende italiano, che oramai riguardano molto di più i tedeschi che gli italiani stessi.
La ricostruzione del giornale teutonico, posta sotto forma interrogativa, racconta che – una volta completato il processo di riforme da parte dell’attuale Governo – Napolitano potrebbe dimettersi e lasciare l’incarico al numero uno della Bce, quel Mario Draghi visto da tutti come il fumo negli occhi.
Rappresenta il peggio dell’Europa: quella dei banchieri, quella che stritola gli stati e toglie loro ogni briciola di sovranità politica, finanziaria ed economica. Il suo passato in Goldman Sachs è una macchia indelebile: siamo sicuri che farebbe gli interessi dell’Italia?
Ma questo ai tedeschi poco importa: il passaggio di consegne, avverte Die Zeit, potrebbe avvenire nella prima metà del prossimo anno, nonostante gli uffici della Bce abbiano definito “prive di fondamento” le indiscrezioni pubblicate.
Cosa si nasconderebbe, allora, dietro questo endorsement a Draghi? Secondo i bene informati, sarebbero in corso le grandi manovre per consentire la successione sulla poltrona più importante d’Europa.
Il ruolo di burattinaia spetterebbe ad Angela Merkel che però sarebbe poi in difficoltà a nominare il candidato tedesco, vale a dire l’attuale guida della Bundesbank Jens Weidmann: il favorito, se il piano della Merkel dovesse andare in porto, sarebbe un altro fedelissimo della Cancelliera, il finlandese Erkki Liikanen, ex-Commissario europeo. Gira e rigira a comandare è sempre lei.
Nelle ultime ore, però, si è fatto sempre più insistente il pressing su Napolitano affinchè resti ancora per qualche mese, il tempo di mandare in porto le riforme più importanti – Jobs Act e Italicum su tutte – e rimettere ordine nel quadro politico italiano.
Il Pd è spaccato, Forza Italia è dilaniata dal “correntone Fitto“, il Movimento 5 Stelle non sembra più compatto come un tempo e la Lega Nord di Salvini continua a mietere successi. Certamente non è lo scenario ideale per trovare un nome condiviso da mandare al Quirinale, almeno non ora.
Ecco perchè Napolitano potrebbe prolungare il suo secondo mandato almeno fino alla prossima primavera, dando il tempo a Renzi di “aggiustare le cose” e offrendo un assist al Parlamento perchè possa nascere un accordo di larga maggioranza sul futuro Capo dello Stato.
Se sarà davvero Mario Draghi lo sapremo tra qualche mese.