SANITÀ/ Oltre un miliardo di sprechi. E porte aperte (già ora) ai privati: metà dei soldi sono per loro

Il servizio sanitario nazionale potrebbe non essere più sostenibile. “Bisogna aprire a nuovi finanziamenti”, ha detto Mario Monti. Nonostante sia arrivata prontamente la smentita da Palazzo Chigi, è indubbio che il Professore abbia aperto le porte ai privati. A conti fatti, però, il peso dei privati nella sanità pubblica è già decisamente alto. In alcune regioni – come Lombardia, Lazio, Sicilia, Puglia – la spesa regionale per l’assistenza erogata da enti privati convenzionati supera anche il 40%. Dei soldi pubblici a disposizione delle regioni, quasi la metà vengono spesi per le permettere alle strutture private di svolgere mansioni in sostituzione di quelle pubbliche. Perché invece non cominciare dal taglio a sprechi e sperperi? Un dato su tutti: le sole cinque voci di lavanderia, mensa, telefoni, assicurazioni, pulizia costano agli italiani quasi 3,7 miliardi e – sempre secondo i dati – di questi oltre un miliardo sono da considerarsi “superflui”.

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