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Aumento Iva, si può evitare accedendo ai fondi dei beni confiscati alla Mafia. Ma la politica tace

E’ il tema del momento: come fare per evitare di aumentare l’Iva e non influire sulle casse del Tesoro e quindi del sistema Italia. Il ministro Saccomanni aveva avvertito con una dichiarazione choc di questo tipo: “se non aumenta l’Iva ritorna l’Imu”. L’aumento della tassa che potrebbe strozzare le attività commerciali è previsto dal primo ottobre e dovrebbe attestarsi dal 21 al 22%. Il dato emerge dal report del Viminale pubblicato ad agosto. I soldi ci sono e si possono prendere dai beni sequestrati alla mafia. Ma la politica tace.

 

I conti del tesoro, come riportato da tutti i maggiori quotidiani nazionali, parlano altrettanto chiaro: servono almeno 3,4 miliardi di euro per coprire gli impegni di spesa

“Per il 2013 i soldi sono finiti  – sostengono dal Governo – la ricerca continua e non si dispera di poter, magari, rinviare il rincaro della tassa per ancora qualche settimana. Ma l’operazione è estremamente difficile a due mesi dalla chiusura dell’esercizio”.

Peccato però che, nel conteggiare il denaro a disposizione, non abbiano tenuto in considerazione i soldi che potrebbero arrivare dai fondi confiscati alla mafia. Nel periodo che va dal primo agosto 2012 al 31 luglio 2013, come riassunto dalla relazione “Un anno di attività del Ministero degli Interni” , emerge che di sequestri e confische antimafia ce ne sono state a sufficienza per garantire buona parte della copertura richiesta dal Tesoro.

TUTTI I NUMERI DEI SEQUESTRI E DELLE CONFISCHE EFFETTUATI ALLE MAFIE

E’ tutto scritto a pagina 5 del rapporto del Viminale.  Il numero dei beni sequestrati è pari a 9569, di cui 705 aziende. Il valore è di 3,145 miliardi di euro. Le confische sono di poco inferiori. Si tratta di 4.066 beni di cui 203 aziende. Il valore complessivo è di 2,180 miliardi di euro.

Ora è comprensibile che non tutti questi fondi possono essere utilizzati per evitare l’aumento dell’Iva. C’è però un fondo unico di Giustizia che ammonta a 947milioni di euro di cui 72,7 milioni di euro versati al ministero degli Interni.

Se quel denaro fosse donato al Tesoro per evitare che cittadini onesti paghino tasse esagerate che non gli permettono di sopravvivere, il problema dell’Italia sarebbe parzialmente risolto. Dando la possibilità di rimettere tutto in gioco, soprattutto la sopravvivenza di migliaia e migliaia di microimprese che rischierebbero il fallimento.

Qualcuno potrebbe obiettare che il suggerimento non è arrivato in tempo. Non è così, perché anche durante l’ultima campagna elettorale il presidente onorario dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha insistito molto sull’argomento. E il concetto è stato ora ripreso anche dall’attuale segretario Ignazio Messina.

Il ministro Saccomanni minaccia di dimettersi, se l’Italia non manterrà gli impegni presi con l’Europa, e continua a ribadire che, per rientrare nel limite del 3%, servono circa 1,6 miliardi di euroha sottolineato–  Purtroppo, al di là delle minacce, è il caso di dire che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Noi dell’IdV, infatti, abbiamo suggerito più volte a Saccomanni che se venissero venduti i titoli confiscati alla mafia, presenti nel Fondo Unico Giustizia, si potrebbe ricavare un fondo di circa un miliardo di euro. Una cifra che in un momento così delicato per la nostra economia, potrebbe certamente essere utile. Mi chiedo, quindi, cosa aspetti Saccomanni ad autorizzare la vendita di quei titoli. Se non ha nulla da nascondere lo faccia immediatamente, altrimenti la smetta di dire che vanno trovate risorse. Queste ci sono, a patto che le si voglia davvero utilizzare”. 

Gli altri partiti intanto sull’argomento tacciono. Come se questa soluzione non sia proprio da prendere in considerazione.

ECCO INVECE GLI ALTRI PUNTI DEL REPORT DI ALFANO

Continuando a scorrere il documento possiamo anche vedere, regione per regione, dove sono stati effettuati i sequestri e le confische antimafia.

Però c’è anche dell’altro: nel report sicurezza si può anche stabilire quanti mafiosi sono stati arrestati. E sapere dei 94 patti integrati che ci sono stati tra Governo e forze di polizia. Ancora una volta c’è la questione No Tav dove si sottolinea l’intervento in 130 manifestazioni. E le 23 volte in cui si è dovuti intervenire per disordini con i 2782 eventi sportivi monitorati. Un capitolo per spiegare il perché del nuovo decreto sicurezza emesso nei primi dieci giorni di agosto.

Immancabile il capitolo sulle violenze alle donne. Ecco che compare il dato sullo stalking dove emergono le 9116 denunce effettuate. E i 505 omicidi volontari di cui il 29,7% sono femminicidi. Emerge anche che quasi 4mila richieste di protezione internazionale esaminate non sono state accolte, su un totale di 11.068. E tanti altri dettagli che riguardano la pubblica amministrazione.