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Venafro: storia di pizzo e camorra in Molise

Infiltrato.it svela in esclusiva un’incredibile storia di pizzo e camorra a Venafro, Molise.

La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile, sembra partorita nei rioni della “Napoli siamo noi” dipinta da Giorgio Bocca e invece è ambientata a Venafro, comune della provincia di Isernia ai confini con la Campania che soffre di infiltrazioni camorristiche.

In Molise-Connection avevamo già parlato dei clan che si spartiscono il territorio molisano, ma non è mai troppo tardi per ribadire quanto le mafie facciano affari in Molise, cosa che accade oramai da anni nell’indifferenza generale.

Certo, ancora non sparano, ma cambia qualcosa?

Risale a un decennio fa la prima vera rivelazione sull’infiltrazione camorristica nel venafrano. Nel 2000 il Rapporto Annuale sulla Criminalità Organizzata (vedi pag. 58) recitava testualmente: “Nelle zone di Venafro e del Matese la criminalità organizzata campana sarebbe inoltre riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico locale mediante il controllo di attività imprenditoriali.

Nello specifico, sono i Casalesi ad avere il controllo del territorio venafrano, in particolare si legge che “l’area a ridosso dei confini campani risente dell’influenza del clan La Torre di Mondragone (CE)” , parte integrante del cartello casalese.

Infiltrato.it si è infiltrato nella realtà venafrana per poter raccontare, in esclusiva e per la prima volta, una storia di pizzo e camorra come se ne sentono tante in Campania, come non se n’erano mai sentite in Molise.

Per motivi di sicurezza preserveremo l’identità della nostra fonte, che chiameremo Carlo.

Carlo ha un’attività commerciale a Venafro e ha deciso di raccontarci tutto quello che gli è successo nei minimi dettagli.

A Venafro tantissimi pagano il pizzo, se non lo fai rischi guai seri. La gente preferisce pagare e stare tranquilla, qualcuno ha pure provato a denunciare i fatti alle autorità competenti ma purtroppo non c’è niente da fare.

Cerco di trattenere stupore e curiosità per mettere a proprio agio il mio interlocutore, ma una rivelazione del genere, detta così a bruciapelo, fa un certo effetto. Mi viene in mente Nichi Vendola che nel 2004 denunciava “un preoccupante ed illecito traffico di rifiuti pericolosi nella Valle del Volturno” e ricordava una famosa conferenza stampa, tenuta nel 2002 dall’allora questore di Isernia Francesco Cioffi, in cui si “lanciava un allarme sul rischio di penetrazione della camorra nella zona industriale di Isernia – Venafro”.

Rischio concreto, visto e considerato che già due anni prima si sapeva dei La Torre a Venafro.

Questo è il quadro inquietante in cui si inserisce il racconto che Carlo ha fatto a Infiltrato.it .

Tutti o quasi sanno che la Camorra chiede il pizzo ai negozianti di Venafro, ma nessuno ha il coraggio di parlare, perché si andrebbe incontro a ritorsioni e le forze dell’ordine non sono in grado di garantire l’incolumità per tutti e il fermo a lunga scadenza dei delinquenti.

In effetti c’è poco da obiettare, si può solo ascoltare – con la bocca chiusa se possibile – lo sfogo di Carlo: “Io ho un’attività in centro e ho subito diversi soprusi da parte di questi delinquenti. Non so dirti se fossero dei camorristi o meno, sicuramente erano del giro. L’episodio che sto per raccontarti risale al 2003/2004, ed è la prima volta che ne parlo con qualcuno che non sia uno sbirro.