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PAOLO DI LAURA FRATTURA/ “Le accuse su di me? Parliamone.”

di Andrea Succi

Frattura. Di nome e di fatto. Una parte del centrosinistra, l’ala meno moderata, vede il vincitore delle Primarie come il fumo negli occhi. Le motivazioni? Il passato dell’ex Presidente della Camera di Commercio, troppo vicino a quel Pdl che dovrà sconfiggere nella tornata elettorale di ottobre. Un’altra parte del centrosinistra invece, che comprende anche chi non lo ha votato, si sta compattando intorno al suo nome, con un obiettivo ben preciso: dare una vigorosa spallata al Governatore uscente Michele Iorio. Lo stuzzichiamo – Paolo Di Laura Frattura – lo provochiamo, cerchiamo la stoccata per fargli saltare i nervi. Ma lui niente. Non cede. Però risponde alle domande che in tanti vorrebbero fargli. Ad esempio, com’è possibile che uno dei fondatori di Forza Italia abbia vinto le Primarie del centrosinistra. E la risposta vi sorprenderà

Intanto complimenti. Immagino avrai festeggiato ieri sera..

 

Siamo stati con gli amici con cui abbiamo condiviso questa esperienza. Cena a base di spaghettino aglio e olio.

 

Eppure…chi se l’aspettava che uno dei fondatori di Forza Italia potesse vincere le primarie del centrosinistra!

 

Un momento. Né sono stato uno dei fondatori di Forza Italia, né ho mai avuto la tessera di partito.

 

 

Questa è una novità.

 

Sono stato candidato con Michele Iorio, perché quando era Assessore Regionale ai Lavori Pubblici (dopo le elezioni del 1995, ndr) inventò uno strumento fantastico, che fu l’Unità di Crisi in un momento di recessione dell’edilizia. Questo strumento prevedeva la partecipazione di capitale e lavoro, impresa e sindacato. Io ebbi la fortuna di lavorare a quel progetto come delegato di Confindustria e mi innamorai del metodo.

 

E poi?

 

Quando Iorio nel 2000 si candidò a Governatore, mi chiese di presentarmi con lui. Io ero rimasto entusiasta di quel metodo di lavoro e mi accettai. Ma da allora Iorio ha completamente dimenticato quel metodo.

 

Mentre Tu…

 

Io nel 2003 sono diventato Presidente della Camera di Commercio e ho fatto tesoro di quel sistema che ci ha dato la possibilità di raggiungere ottimi risultati. Come Camera di Commercio. Il fatto nuovo di questa candidatura è che una parte della politica dei partiti, forse un po’ troppo statica negli ultimi tempi, ha inteso creare maggiore dinamismo con la società civile. Dalla sintesi di questa proposta è venuta la candidatura di Frattura.

 

Ti faccio un assist: se un ex comunista come Iorio, passato dall’altra parte, ha fatto tutti questi danni, si potrebbe ben sperare che un percorso inverso risulti quantomeno migliore.

 

Attenzione. Mentre i passaggi di Iorio sono stati effettuati per ottenere qualcosa, nel mio caso c’era solo la volontà di confrontarmi direttamente con gli elettori e chiedere il consenso, per avere una legittimazione da parte degli elettori stessi.

 

La differenza è sostanziale?

 

Non è che io sono passato da una parte all’altra incoronato o nominato. Sono passato da una parte all’altra per propormi agli elettori e chiedere: “Vi sto bene? Vi piace questa proposta? Vi piace questo metodo di lavoro?” Punto.

 

Qual è stato il momento preciso in cui hai deciso di dire basta a Iorio&Co.?

 

I rapporti con il centrodestra – se ricordi una comunicazione che facemmo – dal 2009 si sono scontrati sulla sanità, cosa che ha riportato anche Antonio Sorbo nel libro “La Banda del Buco”. Da quel momento in poi i tentativi di ricondurre il tema ad una sana e corretta condivisione sono rimasti lettera morta, fino ad arrivare alla scelta di proporsi con una candidatura in assoluta discontinuità rispetto all’attuale Governo.

 

Però il 2009 è l’altro ieri…

 

Ma io difatti ti sto dicendo che fino al 2008, in termini istituzionali, avevamo comunque provato a portare avanti, insieme al Partenariato, un rapporto di condivisione di obiettivi. Il problema è che queste proposte non hanno mai sortito riscontri effettivi.

 

E adesso che hai vinto le Primarie Ti trovi di fronte ad un problema secondo me molto serio, cioè quello di ricreare entusiasmo in quella parte di elettorato non moderato, di sinistra e di centrosinistra, che Ti vede come il fumo negli occhi. Come pensi di muoverTi?

 

Condividendo con loro quello che dobbiamo fare. Perché l’entusiasmo si crea sul modo di lavorare e sulle cose da fare. Se siamo bravi, ritengo che l’entusiasmo sia una semplice e logica conseguenza. Se invece vuole essere un modo per contrapporre una rigorosa mentalità, retta e pura, onestamente non credo che questo ci porti da qualche parte. L’entusiasmo nasce dal confronto, dalla possibilità di discutere e valutare. Se invece deve nascere spontaneo allora la vedo difficile.

 

Ti andrai a scontrare con un sistema di potere, quello di uno iorismo clientelare e feudale, di cui – volente o nolente – anche Tu hai fatto parte. Allora io vorrei sapere una…

 

Un momento. “Di cui hai fatto parte” è un’affermazione precisa. Che scaturisce da cosa? In cosa noi abbiamo gestito, operato e condiviso questo modo di fare politica? Quali sono i meccanismi, quali sono gli esempi, quali sono i fatti che ti portano a fare questa affermazione?

 

Mi aspetto che Tu mi dica, se non ne hai fatto parte, che non ne hai fatto parte.

 

E io te lo stavo dicendo. In maniera più mirata. Ieri Telemolise ha fatto vedere alcune inaugurazioni in cui ero insieme a Iorio. Ma il problema, ancora una volta, è che condividere le cose da fare – per il bene delle imprese, dei cittadini, dei sindacati, dei consumatori – non significa condividere i metodi. Noi condividiamo l’obiettivo. Poi, nel momento in cui andiamo noi a gestire, ci muoviamo – o ci siamo mossi – in maniera indipendente e autonoma, mirando all’ottenimento del risultato. Che non ha niente a che vedere con la politica dell’imbraga dentro più che puoi perché oggi paga pantalone.

 

Dimmi un punto di questo sistema di potere clientelare e feudale che andrai sicuramente a colpire e cambiare.

 

Uno solo?

 

Si.

 

Il rapporto tra politica e sistema del lavoro gestito con il metodo del precariato.

 

In concreto?

 

Non credo che si vada da nessuna parte se continui a tenere legati i giovani con contratti a progetto, senza entrare nel merito e nella ricadute di quel progetto, ma soltanto con lo scopo di imbragare dentro e creare illusioni.

 

E come intendi risolvere questo problema? Non è che i posti di lavoro si creano dal nulla.

 

Basta abbandonare totalmente questa logica di gestione. Oggi si fanno progetti non basati sulla validità e sulla lungimiranza ma solo per cercare di imbragare dentro persone. Per esempio, lo Sportello per l’Internazionalizzazione (Sprint Molise, ndr) è stato revocato al sistema camerale e portato in Camera di Commercio. Ci lavorano, a progetto, una ventina di ragazzi, di cui uno solo parla inglese: ti sembra un modo corretto di gestione? Io lo vedo veramente come un modello clientelare, senza nessuna ricaduta per quei venti giovani.