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Non solo M5S. Le espulsioni dal Partito fioccano anche nel Pd e FI-Pdl ma i media tacciono.

Le ultime espulsioni decretate dal Movimento Cinque Stelle ha scatenato l’ennesima caccia alle streghe. Il motto è ora : “dagli al grillino”.  Nessuno però sembra disposto a ricordarsi che Pd e FI-Pdl, in maniera trasversale, non sono immuni da questo tipo di comportamento. Il Partito Democratico nello scorso anno ha messo in atto un maggior numero di epurazioni rispetto a quelle del Movimento di oggi. FI-Pdl non è da meno.

 

GLI ESPULSI DEL PD: TUTTI AMMINISTRATORI LOCALI CHE SONO ANDATI CONTRO LA LINEA DEL PARTITO

Come andremo a vedere ora non basta essere tolleranti con Matteo Renzi, sindaco di Firenze, che crea una corrente per appropriarsi del partito.

E non è sufficiente tollerare la presenza di Pippo Civati che non aveva votato per Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica.

Ci sono tante piccole realtà in cui fare di testa propria non è altrettanto tollerabile dai dirigenti del Pd. E in quelle occasioni non si è fatto altro che mettere in campo la scelta più facile e più scomoda: le epurazioni.

E nell’anno 2012 sono state davvero tantissime, come vediamo e riguardano realtà locali che vanno dal Nord al Sud. E ci sono andati di mezzo anche sindaci e presidenti dei consigli comunali.

Il primo caso, quello più eclatante si è verificato ad Avigliana nel torinese: dove sono stati espulsi l’ex sindaco  Carla Mattioli (ex sindaco di Avigliana) l’ex vicesindaco Arnaldo Reviglio e l’attuale Andrea Archinà. Che cosa avevano fatto di male? Si erano candidati con il sindaco No Tav Avigliana città aperta Angelo Patrizio contro Aristide Sada appoggiato invece dalla grosse koalition Pd- Pdl, antesignana del governo Letta.

Ad Acqui Terme in provincia di Alessandria Mauro Giglio e Gianfranco Ferraris sono stati epurati dal Partito. Il motivo è lo stesso che ha contraddistinto le espulsioni nella vicina Avigliana. I due durante le comunali del 2012 avrebbero osteggiato i candidati ufficiali del partito.

Dalle tecniche del partito non è esente nemmeno il Comune di Roma. Infatti il gruppo del Partito Democratico del IV municipio, nella gestione passata, decise di espellere il consigliere Giorgio Limardi per non aver rispettato le linee del partito. Per la stessa causa si sono trovati fuori dal Pd Mario Russo, Valerio Addentato e Roberto Merlini espulsi direttamente dal segretario provinciale del Pd Carlo Lucherini.

Ad Agropoli, nel cilento salernitano, il Pd ha espulso il consigliere comunale Carmine Parisi reo di aver denunciato la speculazione edilizia che avveniva nella sua giunta di centrosinistra.

Anche a Troina, in Sicilia due consiglieri comunali Francesco Sangale e Davide Saraniti sono stati espulsi da partito per aver votato provvedimenti in contrasto con le indicazioni del partito.

Mano pesante anche a Castiglione del Lago dove finiscono fuori per aver messo in discussione la linea del partito anche i consiglieri Rosanna Ghettini, Caterina Bizzarri, Giancarlo Parbuono e Ivano Lisi.

Ad Alessano, nel salento, sono stati espulsi Cosimo del Casale e Donato Melcarne. I due, ex sindaco ed ex assessore, hanno appoggiato alle comunali un sindaco diverso da quello che aveva ufficializzato il Partito.

Caso gravissimo a Piacenza: i sostenitori di Renzi sono stati espulsi dall’esecutivo mentre i dirigenti sono stati sostituiti da una telefonata. A Rapallo, in Liguria, sono stati messi alla porta Maria Cristina Gerbi, Giorgio Bracali, Alessio Cuneo, Emanuele Gesino, Maurizio Ivan Maspero, Maria Morresi e Giulio Rivara perché candidati nella lista alle Comunali “Liguria Viva” in contrapposizione con quella ufficiale del Pd.

Intanto a Orta Nova, nel foggiano, la segreteria cittadina ha attivato le procedure per il deferimento del consigliere comunale Antonio Bellino alla commissione di garanzia, alla quale è stata proposta l’espulsione del Pd per violazione dello statuto  e del codice etico.

Tornando per un attimo al Nord c’è il caso di San Mauro Torinese dove Rudy Lazzarini è stato espulso dal Pd insieme a un nutrito gruppo di colleghi. L’ex segretario del partito cittadino non aveva rinnovato la tessera dal 2011 per discordie di correnti all’interno dello stesso.

A Caserta il consigliere comunale Rino Zullo non è più nel Pd. Tutto questo perché non condivideva più la linea del Partito ed è passato successivamente con la maggioranza Pdl.

Carmelo Mazzola e Domenico Prisinzano sono stati espulsi dal Pd di Castelbuono per aver deciso di appoggiare un candidato di centrodestra alle elezioni comunali del 2012. Lo stesso motivo che ha portato all’espulsione ad Afragola dell’ex consigliere comunale Pasquale Valentino, accusato di aver appoggiato il Pdl nell’assise civica.

Nel 2012 si è votato anche per il sindaco di Frosinone. Per questo motivo sei iscritti sono stati allontanati dal partito per non aver appoggiato la candidatura di Marini a primo cittadino. Contro la linea del Pd anche l’ex sindaco di Fiumicello Paolo Dean e Rosanna Fasolo ex assessore espulsione. Il caso è identico a quello di Avigliana.

A Terlizzi sono stati espulsi dal partito i consiglieri Grassi, Ceci e Adamo mentre ad Avezzano è fuori Nicola Pisegna Orlando dal partito. Tutti loro non ne avevano rispettato le regole.

Ad Anghiari il caso controverso di Danilo Bianchi che si dimette da sindaco del paese per candidarsi alla stessa carica a San Sepolcro ma con una lista avversa al Partito. Come si sono comportati i dirigenti: kaputt.

A Campobello di Licata il consigliere comunale Mimmo Tascarella è stato espulso dal Pd per comportamenti non conformi al codice del partito, mentre a Gavorrano Serena Remi, ex segretaria del Pd ha presentato ricorso al Comitato Provinciale dei Garanti contro il provvedimento di allontanamento del partito giudicato infondato.

A Siena c’è stata la sospensione dal partito Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri, Giancarlo Meacci, Lucio Pace, Alessandro Piccini e Gian Luca Ranieri.

Mentre a Belluno il Pd ha scomunicato Massaro e vietato di iscriversi al partito nel 2012 per comportamenti contro il partito. Espulsi anche i tre  consiglieri di Mondragone per essersi comportati in maniere difforme al partito durante la sfiducia al sindaco Cennami. Votazioni difformi hanno portato all’espulsione a San Giuliano Terme di due consiglieri comunali mentre a Teramo sulla graticola finisce il presidente dell’assise civica per aver criticato la linea ufficiale del partito. Gli ultimi consiglieri a Eboli nel salernitano. Finiscono male  Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Petrone, Armando Cicalese, espulsi come tutti gli altri per non aver obbedito agli ordini del partito.

Il Pd certo salva deputati e senatori e pezzi da novanta come Renzi e Civati. Per i comuni mortali la pena è la stessa del Movimento Cinque Stelle se non maggiore.

FI-PDL NON E’ DA MENO: COMMINA E PROMETTE ESPULSIONI A GO GO

Il primo caso grave è quello veneto di due deputati chiamati scajoliani. Giustina Destro e Fabio Gava potrebbere essere a breve fuori dal Pdl.

Come mai? I due avevano dichiarato apertamente di non aver votato la fiducia al governo Letta. La notizia, riportata dal Corriere del Veneto, è corredata anche dall’appoggio del coordinatore regionale Alberto Giorgetti che li considera “fuori dal partito” e “possibili espulsi”

E non sono gli unici parlamentari a rischiare la cacciata. Vi ricordate di Domenico De Siano il deputato con quattro incarichi fedelissimo del presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro? Anche lui stando a quanto riporta rete news 24 avrebbe litigato con Paola Raia candidata a di Somma Vesuviana. Il sindaco Allocco sarebbe stato appoggiato dallo stesso Cesaro. La donna lo ha accusato di aver fatto campagna elettorale contro di lei e avrebbe coinvolto nella cosa anche il segretario provinciale Cesaro. Stessa storia anche per l’ex sindaco di Castellammare di Stabia Bobbio accusato di aver remato contro il Pdl che appoggiava Petrangelo.

I tre ribelli rischiano ora l’espulsione. E per De Siano e Cesaro sarebbero espulsioni pesanti.

Anche FI-Pdl è poi coinvolto in beghe locali che hanno portato alle epurazioni dei suoi appartenenti. Al pari del Movimento Cinque Stelle e del Partito Democratico.

Il primo caso a Bisceglie dove il consigliere comunale Enzo De Pierro nel 2012 si è trovato fuori dal partito. La motivazione la fornisce lui stesso sostenendo che aveva stigmatizzato il comportamento di colleghi che fanno di tutto per mantenere salde le loro poltrone favorendo figlie e figliastre.

Spostandosi di pochi chilometri troviamo il caso di Ceglie Messapica dove a farne le spese sono direttamente il sindaco Luigi Caroli, gli assessori Angelo Palmisano e Vito Santoro, i consiglieri comunali Cataldo Rodio,Giovanni Argentiero, Nicola Ricci, Daniele Gioia. Tutto per aver permesso un ribaltone che ha coinvolto anche la lista della Dc.

A Ferrara sono stati espulsi i  consiglieri Giorgio Dragotto, Antonio Fortini, Francesco Levato, Ugo Taddeo e Giuseppe Magri. Il tutto per aver fondato sia al Comune che alla Provincia il gruppo dei Liberi e Forti.

A Imperia sono stati invece espulsi ex consiglieri comunali Paolo Montesano, Diego Parodi, Stefano Pugi e Simone Vassallo. La decisione è di Daniela Santanchè perché i quattro si sono candidati nella lista Civica “Laboratorio Imperia” a sostegno del candidato sindaco Capacci.

Insomma la lista è davvero lunga per i partiti del Patto del Nazareno.

Alla faccia dei grillini che espellono i loro dissidenti.