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Pensioni di reversibilità, ecco le novità 2016 e il testo del ddl povertà

Sulle pensioni di reversibilità Renzi sembra strizzare l’occhiolino a Monti

Pensioni di reversibilità, le novità 2016 e quello che c’è da sapere sul ddl povertà approvato dal Consiglio dei Ministri.

Pensioni di reversibilità, in questi giorni se ne parla tanto, fin troppo forse, e sicuramente non in maniera positiva. Lo scandalo è scoppiato quando Matteo Salvini ha attaccato il Governo usando parole durissime, riportate dall’Ansa:

“Il governo  vuole tagliare le pensioni di reversibilità. In Commissione Lavoro alla Camera è arrivata la proposta renziana di legare all’Isee le pensioni di reversibilità, fregando così migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove. Rubando contributi effettivamente versati, per anni. Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo”.

PENSIONI DI REVERSIBILITÀ, IL CASO DEL DDL CONTRASTO ALLA POVERTÀ

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 28 gennaio, su proposta del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, un disegno di legge delega in materia di contrasto alla povertà, riordino delle prestazioni e sistema degli interventi e dei servizi sociali.

Nello specifico, e per quanto riguarda le pensioni di reversibilità, il disegno di legge delega vuole razionalizzare.

Questo termine politicamente corretto viene utilizzato dai tecnocrati come sinonimo di tagliare. 

Verranno razionalizzate: 

“Le prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale sottoposte alla prova dei mezzi, introducendo il principio di universalismo selettivo nell’accesso secondo criteri di valutazione della condizione economica in base all’ISEE”.

Tra le “prestazioni di natura assistenziale e previdenziale” rientrano le pensioni di reversibilità. Legarle all’ISEE potrebbe comportare un disastro sociale, oltre che essere una norma anticostituzionale.

PENSIONI DI REVERSIBILITÀ LEGATE ALL’ISEE, QUALI CONSEGUENZE?

Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil
Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil

Lo Studio Cataldi ha spiegato con parole semplici cosa questo comporterebbe:

“Secondo il ddl le reversibilità saranno considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Ciò significa letteralmente che l’accesso alla pensione di reversibilità sarà legato all’Isee e quindi al reddito familiare, andando a ridurre inevitabilmente il numero delle persone che continueranno a veder garantito questo diritto. Com’è noto, infatti, l’asticella dell’Isee è molto bassa (fissata spesso a redditi da fame) e per superarla, facendo saltare tutti i benefici, basta poco. Per fare un esempio, è sufficiente che una donna anziana viva ancora con suo figlio che percepisce anche un piccolo reddito da lavoro per far saltare il diritto o che la stessa donna decida di condividere la casa con un’amica (magari vedova titolare di pensione) per rendere meno grama la vecchiaia per perdere la reversibilità. A contribuire all’Isee è anche la casa. La vedova che vive nella dimora coniugale rimarrebbe così con la casa ma senza alcun reddito”.

Anche i sindacati si sono mossi. 

Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil, dalle pagine dell’Huffington Post ha criticato fortemente il governo:

“Non può pensare di fare cassa sulle spalle delle vedove”.

PENSIONI DI REVERSIBILITÀ, L’OBIETTIVO DEL GOVERNO

Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera
Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera

Il testo del ddl povertà (qui il pdf integrale) presenta una facciata di nobiltà, proponendo di:

“Introdurre una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuata come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale”.

Il punto chiave, però, è che con una mano vuole dare – la misura di contrasto alla povertà – e con l’altra vuole togliere, razionalizzando le prestazioni. 

Tanto è vero che Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera ed esponente della minoranza Pd, ha paragonato Renzi al sanguinario Monti:

“Il provvedimento è in sé positivo, ma prevede la possibilità di tagliare le pensioni di reversibilità. Per noi questo non è accettabile: si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti, del Governo Monti. La previdenza non può essere considerata la mucca da mungere”.

Se il testo non verrà modificato nella sua versione attuale è bene prepararsi per dire addio alle pensioni di reversibilità.