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ZUCCHEROPOLI/ Tra filati e zucchero filato. Si stringe il cerchio attorno a Remo Perna.

di Pasquale Di Bello e Michele Mignogna

Remo Perna, il patron dell’omonima famiglia, è oggetto in queste ore delle attenzioni di inquirenti e polizia giudiziaria. Al centro delle questioni sta l’affaire Zuccherificio del Molise, un intreccio micidiale di società e soldi che sembrano avere in Perna il loro denominatore comune. Le Fiamme gialle hanno perquisito l’abitazione e l’autovettura dell’interessato e pare abbiano trovato documenti molto interessanti. Sulla vicenda alligna anche la figura di Elvio Carugno, il dirigente regionale che avrebbe facilitato l’acquisizione di somme ingenti (3milioni di euro) da parte di società tessili riconducibili a Perna, soldi poi reinvestiti nello Zuccherificio.

Remo Perna

Si stringe il cerchio attorno a Remo Perna, il “socio occulto” dello Zuccherificio del Molise e l’uomo sui cui intrecci e trame si stanno focalizzando in queste ore le attenzioni delle Fiamme gialle che ne hanno già perquisito dettagliatamente l’abitazione e l’automobile. Indiscrezioni dell’ultima ora danno Perna per avvertito, seppur verbalmente, a non muoversi dal Molise. Perna sarebbe stato invitato a tenersi a disposizione, una circostanza quest’ultima molto grave e che se venisse confermata non avrebbe bisogno di molte spiegazioni: gli inquirenti, molto probabilmente, hanno intenzione di ascoltare Perna ed acquisire dalla sua diretta testimonianza notizie, fatti, circostanze e dettagli buoni a ricostruire il complesso meccanismo che ha portato Perna e famiglia a rilevare la quota di Luigi Tesi, l’ex socio privato dello Zuccherificio del Molise.

Sulla complessa vicenda, un pauroso intreccio di scatole cinesi con società che arrivano in paradisi fiscali quali Cipro e Lussemburgo, rinviamo alla nostra inchiesta pubblicata (e mai smentita) ormai da mesi. Oggi, alla luce degli eventi in corso e della istanza di fallimento presentata dalla Energy Trading (creditrice di oltre 3,2milioni di euro di fornitura gas) nei confronti dello Zuccherificio del Molise, nonché del nuovo e paventato intervento regionale di ulteriori 4milioni di euro (che vanno ad aggiungersi agli ormai già 50milioni investiti nello stabilimento saccarifero); alla luce di tutto questo, cui si aggiungono gli stipendi di novembre, gli acconti di dicembre e la tredicesima non ancora pagati ai dipendenti, l’attenzione non può che spostarsi nelle stanze regionali. A partire da quella di Elvio Carugno, il dirigente regionale le cui “macchinazioni” hanno permesso a Remo Perna, attraverso finanziamenti impropri e non dovuti alle società “Solba” e “Moda 2” (riconducibili a Perna) di acquisire la bellezza di 3milioni di euro dirottati nell’operazione Zuccherificio. La “provvista” di denaro, come la chiamerebbe Tonino Di Pietro, necessaria a regolare i conti con Luigi Tesi. Nella stanza di Elvio Carugno, dopo l’inchiesta di Infiltrato.it, accortezza avrebbe voluto che il presidente della Regione, Michele Iorio, si precipitasse a chiedere spiegazioni. Nulla di tutto questo, anzi: il dirigente in questione è stato anche recentemente premiato attraverso l’attribuzione di un incarico di enorme responsabilità proprio riferito alla gestione dei fondi europei e Fas. La cosa non è sfuggita al consigliere regionale di Costruire democrazia, Massimo Romano, che ha preso carta e penna e ha messo sotto al naso di Iorio un’interrogazione (l’ennesima) sulla questione Zuccherificio.

Una dolce filiera tessile – come giustamente la chiama Romano  – è questo quello che si nasconde dietro a Zuccheropoli, l’intreccio più torbido dei tanti che stanno strangolando il Molise. Soldi pubblici dati alle aziende tessili riconducibili a Perna e finiti in dolcificante, nella migliore delle ipotesi, o in altre intraprese come quelle che vedrebbero Perna come investitore in due società bolognesi (Intermedia Finance e Intermedia Holding) riconducibili a quel Giovanni Consorte noto alle cronache per l’affare Unipol. La dolce filiera, secondo quanto pubblicato nel BURM (il bollettino regionale) n. 30 del 1° dicembre 2011, avrebbe beneficiato di altre cospicue somme e sempre a firma Carugno: 486mila euro alla CPM e 252mila alla FAITH INDUSTRY, entrambe riconducibili per li rami a Perna. L’intera filiera, di cui la CPM è capofila, è beneficiaria di un finanziamento di 1milione e 480mila euro. Un’altra barca di soldi che si spera questa volta servano a produrre filati e non zucchero filato.

Sulla dolce filiera, quella passata, intanto registriamo il silenzio di Iorio. Sulla questione Perna/Carugno, Iorio dovrebbe fare immediatamente chiarezza, e in vece tace. E’ semplicemente inquietante la condotta del capo della Regione che continua a tacere. I molisani che se lo trovano per la terza volta a capo del governo regionale (seppur grazie ad una elezione sulla quale si addensano molte ombre), hanno il diritto di sapere se il presidente della Regione è a conoscenza di quanto accaduto nell’ufficio retto da Carugno. E se si, se Iorio ne è a conoscenza, i molisani hanno diritto di sapere cosa intenda fare Iorio: se rimuoverlo dall’incarico o, come è stato fatto, avanzarlo a ruoli di maggiore responsabilità e di maggiore volume di denaro da amministrare.

Pare che le Fiamme gialle abbiano acquisito dal sopralluogo effettato in casa  e nell’autovettura di Perna materiale molto interessante e che adesso è al vaglio degli inquirenti. Intanto, mentre tutto questo accade, operai e contadini, insieme a tutto l’indotto che ruota attorno allo Zuccherificio del Molise, passeranno una Natale di seconda mano, carico d’angoscia e preoccupazioni per il futuro. Attorno a Remo Perna, il “Marchionne del Molise”, come lo definì Iorio in un delirante paragone, il cerchio delle responsabilità si stringe. Adesso aspettiamo che si stringa anche attorno a chi ha la responsabilità politica della filiera dolce, ma temiamo che la nostra attesa sarà vana. E’ facile prevedere come finirà: lorsignori molleranno Perna, lasciandolo al suo destino.