Italia-Kazakistan, cosa c’è dietro? Affari dal 1992: tra petrolio, esportazioni e ciclismo
Cosa si nasconde dietro al complicato rapporto tra Italia e Kazakistan? Una valanga di interessi economici legati al petrolio. Dal 1992, infatti, il nostro Paese è tra i principali partner commerciali ed economici di Astana. Siamo il secondo paese importatore di petrolio e il secondo in esportazione con interscambi di 900 milioni di euro. E Unicredit controlla la quinta banca del Paese.
Chi è Astana? È l’azienda nazionale del Kazakistan che controlla un po’ tanti settori dell’imprenditoria. È controllata da rigide geometrie, come ci ha illustrato Francesco Semprini de La Stampa.it, sulle quali si erigono le architetture di Norman Foster, Kisho Kurokawa e Manfredi Nicoletti imposte dal presidente Nursultan Nazarbaev trasferendo la capitale del Paese dall’antica Almaty nella città che porta lo stesso nome dell’azienda.
SVILUPPO ENERGETICO0 – Su tutto questo si basano le strutture su cui il primo e unico capo di Stato ha improntato la sua politica di sviluppo dell’ex repubblica Sovietica. È un esterno rappresentato da infrastrutture, tecnologia e Know- how più una serie di attività che si sviluppano a attorno a queste principali. Con una scala di rapporti privilegiati di cui fa parte pure l’Italia.
Grazie a questa serie di investimenti giusti il Kazakistan ha registrato negli ultimi venti anni un tasso di crescita di circa l’8% inferiore soltanto alla Cina e al Qatar. La nazione è attraente per la posizione strategica, l’ampiezza del territorio e la grande ricchezza del sottosuolo. È dodicesima al mondo in quanto a riserve di petrolioo e 14 esima per il gas. Un Paese con confini labili di democrazia.
I RAPPORTI CON L’ITALIA – La base che ha portato al dialogo tra in due Paesi si è intensificata nel 1992. Con il trattato di partenariato strategico firmato in occasione della visita a Roma di Nazarbaev del 2009 è diventato ancora più solido. Tutto frutto della simpatia tra quest’ultimo e il premier di allora Silvio Berlusconi.
I kazaki hanno continuato a collaborare però sia con Mario Monti che con Enrico Letta. Tutti dati che hanno portato all’attuale situazione: l’Italia è il secondo Paese destinatario dell’export (petrolio in larghissima parte), con una quota del 18% sul suo interscambio totale, seconda solo alla Cina.
Solo la Germania ha un rapporto di esportazione in Kazakistan superiore a quello dell’Italia. Il volume di affari con il paese asiatico porta oltre 900 milioni di euro nel 2012. E l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan offre all’Italia opportunità per 34 miliardi di euro.
L’Italia ha svolto un ruolo da pionieri prima di tutto con l’Eni. Il colosso degli idrocarburi è co-operatore del giacimento in produzione di Karachaganak, e partecipa al consorzio North Caspian Sea Psa per lo sviluppo del giacimento Kashagan.
“Il Kazakistan è per noi un impegno prioritario di lungo termine, dal punto di vista degli investimenti e della produzione futura – spiega Claudio Descalzi, direttore generale del settore Esplorazioni e Produzione a La Stampa- Come nostra tradizione, non ci limitiamo a sviluppare e commercializzare le risorse presenti nel Paese ma investiamo in progetti volti a favorire lo sviluppo sociale e industriale locale, iniziative che vanno al di là del nostro core business”.
PETROLIO – Dopo l’Eni in Kazakistan sono arrivate anche molte e piccole e medie imprese del settore “oil and gas”. Presenti rapporti con Salini-Todini, Impregilo, Italcementi, Renco ed altre ancora. Sono oltre 53 le società italiane con sede in Kazakistan , secondo le stime 2013 dell’Ice, la maggior parte ad Almaty e Astana, oltre a un centinaio di joint-venture italo-kazake. Dal 2007 è attiva anche Unicredit che controlla la quinta banca del Paese.
I rapporti non solo soltanto fatti di energia e cemento: infatti alcuni di questi rientrerebbero nel progetto di collaborazione strategica tra Milano Expo 2015 e Astana 2017 per lo scambio di know-how italiano. Dove il made in Italy ampliato e consolidato esporterò anche nei settori dell’abbigliamento, lusso e arredo tutto funzionale alle rigide geometrie estetiche di Nazarbaev. Senza dimenticarci anche della collaborazione sportiva tra i due paesi. Soprattutto nel campo del ciclismo dove il Kazakistan ha una squadra chiamata appunto “Astana” della quale fa parte anche il siciliano Vincenzo Nibali e con la quale ha trionfato nell’ultimo giro d’Italia.