Service Tax, il governo prepara la rivoluzione immobiliare: ecco chi pagherà
Addio Imu. Benvenuta service tax. In vista della presentazione della legge di stabilità, prevista per il prossimo ottobre, il governo marcia a tappe forzate per introdurre la nuova tassazione sugli immobili. Dopo le polemiche delle scorse ore per l’emendamento presentato dal Partito Democratico per limitare l’esenzione dell’Imu sulla prima casa solo alle abitazioni con una rendita catastale inferiore a 750 euro, oggi il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, si è presentato in Commissione bilancio alla Camera per illustrare la posizione dell’esecutivo.
L’esenzione della prima rata Imu resterà per tutte le prime case. La vera novità, però, riguarda la Service tax, l’imposta che dal 2014 sostuirà la vecchia tassa sulla casa. Baretta ha spiegato che la Service tax sarà “progressiva”, perché costituitita da due componenti, una patrimoniale e una di servizi. La parte patrimoniale, ha spiegato Baretta, per sua natura è progressiva. Dunque più alto sarà il valore della casa, più elevata sarà la tassa.
Ma come sarà calcolato il valore degli immobili? Il verbale del consiglio dei ministri nel quale era stata delineata la Service Tax, prendeva in considerazione due meccanismi: la rendita catastale e il valore di mercato. Dunque probabile che il meccanismo più semplice e immediato per la progresività sia ancora una volta quello del valore catastale.
La Service Tax, poi, ingloberà anche la Tares, la tassa sui rifiuti. Mentre la parte patrimoniale sarà pagata dai proprietari di casa, la parte servizi (spazzatura, più quelli indivisibili) peserà sugli inquilini. La Service Tax dovrebbe comunque essere più leggera della somma tra Imu e Tares. Il governo sarebbe pronto a mettere sul piatto una dote di 2 miliardi di euro per allegerire il prelievo sulle prime case.